Lo zibibbo, noto anche come Moscato d’Alessandria, è un vitigno a bacca bianca le cui origini non sono certe, come spesso accade nel mondo del vino. Con molta probabilità tutto ebbe inizio in Egitto, e la sua diffusione in “Europa” dipese verosimilmente dalle ben note capacità commerciali dei Fenici.
Origini
È proprio grazie a loro e poi ai Romani che questo ottimo vino fu fatto conoscere in tutta l’area mediterranea, fino a giungere naturalmente anche in Sicilia a opera degli arabi, nel corso della dominazione del primo trentennio dell’anno 800.
Gli arabi intuirono subito che le condizioni climatiche della Sicilia e di Pantelleria in particolare, erano perfette per l’appassimento dell’uva da tavola e si dedicarono a questa produzione senza minimamente pensare a un’eventuale vinificazione che tuttavia si verificò – probabilmente in maniera casuale – con ottimi risultati per i gusti dell’epoca.
Pantelleria
In una terra come quella di Pantelleria, dalle caratteristiche morfologiche effusive uniche, terrazzamenti e allevamenti ad alberello tipici di un’era ormai passata e un clima molto particolare, è comprensibile che dopo tutti questi secoli, i panteschi considerino autoctono questo vitigno unico e inimitabile, capace di generare vini magnifici, soprattutto da dessert.
Un vitigno dalla rara caratura territoriale foriero di meravigliosi vini di valenza internazionale: dal moscato spumante al liquoroso e al dorato, dal passito liquoroso ai Pantelleria zibibbo dolce e bianco, tutti unici e inconfondibili.
A testimonianza della predisposizione di questo vitigno nel prediligere la trasformazione in eccellenti vini dolci, interviene lo stesso nome che sembrerebbe derivare dall’arabo zabīb, ma anche dall’africano zibibb, che in entrambi i casi sta a significare “uva secca”; le vendemmie tardive, i grappoli appassiti e i rilevanti residui zuccherini, completano l’opera.
Zibibbo o Moscato d’Alessandria
A tutti gli effetti si tratta di un moscato di Alessandria quindi un vitigno aromatico, molto profumato e con una reputazione internazionale da difendere, le cui caratteristiche organolettiche di frutta fresca di albicocca, mandorla, fiori di ginestra, acacia, tiglio, oltre a miele e muschio, sono espresse in Sicilia, grazie al magnifico “terroir”, come in nessun altro luogo nel mondo.
Passito di Pantelleria
Altra cosa è il passito di Pantelleria, ottenuto da uve appassite che danno vita a vini con colori estremamente luminosi e brillanti, una consistenza e un corpo di tutto rilievo, ricchi di un’invidiabile acidità e sapidità, con profumi e sapori molto intensi e complessi.
Abbinamenti
Lo zibibbo con il suo vigoroso e luminoso giallo paglierino, a volte dorato, ha ottenuto interessantissimi risultati anche vinificato secco, per via degli intriganti profumi e sapori, e anche se è differente dai fratelli moscato e passito, dei quali forse teme la notorietà ma non il confronto, è il classico vino da provare almeno una volta nella vita.
A seconda della tipologia, lo zibibbo secco, a una temperatura di 8-10 gradi è un ottimo accompagnatore del pescato, di piatti vegetariani e carni bianche, mentre il moscato e il passito, serviti a una temperatura leggermente più alta, lo sono per la nostra autorevole pasticceria italiana, oltre che per formaggi stagionati ed erborinati.